pubblicato il30/01/2016 08:26:52
Villa Farnia, vi sugerisce di passare la Pasqua a Cortona e vi propone, come potete trovare nella sessione "offerte"uno sconto dl 30% sulla tariffa alta stagione.
Nelle suggestive vie di Cortona,piccolo borgo ancora legato alle tradizioni,sfilano gli antichi simulacri della Passione, sintesi della fede e dell'arte delle Compagnie laicali dei tempi passati. La processione, che si svolge ogni anno la sera del Venerdì Santo, parte dalla chiesa dello Spirito Santo, dove è custodito il «Cristo morto», e, snodandosi per tutta la città, fa incontrare gli altri simulacri, ricomponendo così per immagini il racconto della Passione.
Insieme ai simulacri, e come punto convergente della devozione e della venerazione, viene portata in processione la reliquia della Croce santa, reliquiario bizantino proveniente da Santa Sofia in Costantinopoli. È una placca di avorio finemente lavorata, portata in battaglia dagli imperatori di Costantinopoli e recata in dono a Cortona da Frate Elia, il successore di San Francesco alla guida dell'Ordine. Gli altri simulacri: il Cristo orante, che si venera nella chiesa di San Marco; il Cristo alla colonna, opera di Andrea Comodi, che si trova nella chiesa di San Benedetto; il cristo al Calvario della Compagnia di San Niccolò, venerato nell'omonima chiesa; il Cristo morto, opera di Francesco Fabbrucci, custodito nella chiesa dello Spirito Santo; il Cristo risorto, opera dello stesso Fabbrucci, custodito nella chiesa del Gesù, di fronte alla cattedrale.
Suggestiva tradizione popolare della Val di Chiana, ma antica consuetudine anche in Cortona, è il «volo» della notte del Sabato Santo. Durante il canto del «Gloria», si spalanca la porta della Cattedrale ed entra, portata di corsa da robusti confratelli delle antiche Compagnie laicali, la statua del «Cristo risorto», anch'essa opera dello scultore cortonese Francesco Fabbrucci che la realizzò nel 1750. Il tutto avviene con il suono delle campane a festa, finalmente «slegate», e lo scoppio dei mortaretti.
Il martedì di Pasqua poi, a conclusione della solennità pasquale, la stessa immagine del «Cristo risorto» ripercorre, tra una festa di popolo che accorre anche dalla campagna e dai paesi vicini, le medesime strade cittadine che lo avevano visto sofferente e morto.