TABULA CORTONENSIS
MAEC Museo Etrusco

TABULA CORTONENSIS

MAEC Museo Etrusco

pubblicato il05/01/2016 09:24:32



Nel 1992 fu rinvenuta, in un luogo imprecisato, quello che è uno dei più importanti ritrovamenti etruschi: La Tabula Cortonensis.
La Tabula è realizzata in un bronzo alquanto tenero con un’alta percentuale di piombo per rendere più facile l’incisione. Questa è incisa su entrambe i lati con iscrizioni etrusche di elegante fattura realizzate con l’incisione a freddo o con la tecnica della cera perduta. L’iscrizione è opistografa, riempe cioè tutta una faccia, con 32 righe di scrittura (recto), e prosegue sull’altra faccia (verso) con 8 righe, e rivela una incisione molto accurata delle lettere; l’alfabeto è quello usato tra la fine del III e il II secolo a.C. nella zona di Cortona.Complessivamente il documento presenta 40 righe di testo e 206 parole ,terzo testo etrusco per lunghezza, dopo quello della Mummia di Zagabria e quello della “Tavola di Capua”.Si riconoscono facilmente due mani: uno scriba principale ha inciso le prime 26 righe del recto e tutto il verso; a uno scriba secondario si devono le ultime 6 righe del recto.
Fu esibita per qualche tempo in un luogo pubblico (archivio, santuario) e probabilmente appesa per consentirne la lettura fronte e retro. Successivamente, dopo essere stata asportata dal luogo di origine, fu rotta in otto parti probabilmente per essere fusa e riusata,solo 7 parti sono satate ritrovate,ma la perdita dell’ottavo frammento non pregiudica la comprensione del testo in quanto conteneva solo una lista di nomi.
Gli studiosi riconoscono nel testo un importante atto giuridico a causa della presenza dello zilath mechl rasnal, ossia del pretore di Cortona, il sommo magistrato della città con funzioni giuridiche, si fa in particolare riferimento ad una compravendita di terreni , nel vicino Lago Trasimeno: Petru Scevas, personaggio di origini modesti (il gentilizio Petru deriva dall’omonimo nome individuale di origine umbra) cede terreni pregiati (si legge la parola etrusca vina=vigna)che passano nella proprietà indivisa dei Cusu figli di Laris, con una probabile indicazione di misure del terreno e della controparte in beni da parte dei Cusu.
Il reperto è oggi conservato presso il Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona (AR).

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